martedì 8 ottobre 2013

Jessica Fiore - Note su alcune opere di Dante Alighieri

La Commedia

La Commedia è l'opera più importante e conosciuta di Dante Alighieri.
Quest'ultimo, nel suo poema, concepisce la terra come una sfera divisa in due emisferi: la parte superiore è quella delle terre emerse ed è abitata dagli uomini, mentre la parte inferiore è coperta di acqua ed è disabitata. Nelle profondità dell'emisfero delle terre emerse è posto l'inferno, nell'emisfero delle acque, invece, si innalza la montagna del Purgatorio, in cima alla quale si trova il Paradiso terrestre.
L'emisfero delle terre emerse ha per estremi confini il Gange a oriente, le Colonne d'Ercole, ossia -Cadice, a occidente.
Al centro di esso, inoltre, vi è la città di Gerusalemme, sotto la quale è posto l'inferno, che ha la forma di un cono rovesciato che, via via, si restringe, fino ad arrivare al luogo dove è collocato Lucifero. La voragine che costituisce l'inferno è stata formata appunto dalla caduta dell'angelo Lucifero, trasformato da Dio in un enorme mostro a tre teste. L'inferno è costituito da nove cerchi ed è diviso in tre parti, dove sono punite le diverse tipologie di peccato. Nell'anti-inferno sono puniti gli ignavi, mentre nell'inferno vero e proprio si susseguono i peccati di incontinenza, di violenza e infine di frode.
I peccati di incontinenza sono divisi da quelli più gravi delle due zone inferiori tramite una palude e le mura della città di Dite, oltrepassate le quali si trovano gli eretici.
Il viaggio quindi si sviluppa con moto discendente: infatti, il protagonista supera tutti i peccati umani, man mano sempre più gravi, per arrivare a Lucifero.
Dante, dopo esser giunto nel nono e ultimo cerchio dell'inferno, dove sono condannati i traditori e dove è posto il diavolo, può infine attraversare la Natural Burella (uno stretto naturale), che lo conduce sulla spiaggia del Purgatorio, dove le anime subiscono una pena solo temporanea.


La Vita Nova.

La Vita Nova, è un prosimetro, un testo in cui cioè si alternano poesie e prose.
Esso narra, in chiave stilnovistica, l'amore per Beatrice.
I componimenti sono stati scritti tra il 1283 e il 1292 e, quindi, corrispondono a differenti periodi della vita dell'autore e a differenti tecniche stilistiche. Le poesie più “antiche” subiscono l'influenza della scuola toscana, e quindi sono le più rozze. Le più poesie tarde, invece, sono ispirate a Guido Cavalcanti, e descrivono l'amore come un tormento; altre imitano Guido Guinizzelli e lo Stil Novo, e rappresentano Beatrice come una donna angelo.
Dante inserisce inoltre tra le poesie delle prose che spiegano le rime e le contestualizzano.
L'opera si apre con la metafora della memoria paragonata a un libro. I ricordi di Dante vengono infatti metaforicamente indicati come un vero e proprio testo, dotato di una rubrica, e in cui il titolo è in latino. Dal "libro della sua memoria" Dante dà origine a un vero libro, cercando di selezionare le parti più importanti del "manoscritto" della memoria.
L'autore non scrive quindi in maniera realistica, ma proponendo la sua interpretazione dell'esperienza vissuta.

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